L'esperienza degli spettacoli vissuti nel I Festival di Filosofia in Ciociaria
- Associazione R-Esistenze
- 18 lug 2018
- Tempo di lettura: 2 min

Acquasum Arte... Il sole doveva ancora tramontare. Noi tutti eravamo raccolti intorno ai due artisti nel cortile più esterno del Castello dei Conti di Ceccano, quello che affaccia sulla valle ove scorre il Sacco, nella direzione della bassa Ciociaria. Lì la luce è sfumata, attraversa le mura del castello e le sue feritoie, si insinua a rosseggiare una sera che volge al blu della notte. Disposti in circolo intorno alla coppia di artisti, abbiamo assistito ad uno spettacolo che la gran parte di noi ha definito unico, un'esperienza estetica mai fatta prima, una vera prima volta: le parole, la danza, i suoni, le voci da un registratore che non vedevamo, la musica... l'Elogio della Fragilità declinato nello spazio scenico circolare, ove tutti, un po' fragili, abbiamo partecipato anche scrivendo i nostri pensieri... Aquasum Arte ci ha accompagnati...
Faith Federico Palladini e Marco Campasso, con l'intermezzo di Leonardo Massa e Alessandra Titocci, la voce e la chitarra di Gaia Masi. Questa volta è già notte, il blu quasi nero del cielo, stemperato dalla luce tenue e soffusa del castello. La musica e la parole di Fabrizio De Andrè hanno rivissuto per noi grazie a Federico e Marco, e ai ragazzi che si sono appassionati, e hanno contribuito ad uno spettacolo emozionante, ricco di suggestioni, capace di riportare nel cuore un cantautore fragile, come l'Amico che cantava, ma mai si è discostato dall'impegno etico e civile che aveva scelto e che è stato per tutti noi.
Emanuele D'Agapiti e Matteo Colasanti Sabato sera, anche adesso è la notte ad ospitarci... Siamo raccolti, e come catturati, dal magnetismo di Emanuele e Matteo, dalla interpretazione intensa dell'attore e del musicista. Ci regalano Pier Paolo Pasolini e gliene siamo grati, perché la profondità dei sentimenti e la lucida e instancabile ragione di quell'uomo, testimone critico di un'Italia ambigua, complessa, sfuggente, carica di contraddizioni, è stato un uomo che fa bene ricordare. Cantano Pasolini e noi lo ri-cordiamo, lo rimettiamo al centro del cuore. E per chi non lo ha conosciuto, occasione imperdibile per cominciare a conoscere e amare un autore indimenticabile.
Cultores Artium, domenica sera, con Andrea Selvini e tutto il gruppo di attori che, con lui, ci ha regalato uno spettacolo unico, divertente, umano, e tanto ricco di stimoli per domandarsi sempre chi siamo, per tornare a noi e alle radici storico-culturali che gli attori non vogliono dimenticare: il passato è fragile, senza testimoni amorevoli, esso se ne va nell'oblio, come non fosse mai accaduto. Con loro rivive il dialetto di questa città che ci ha ospitato e che è stata con Noi in questa nostra prima volta. La prima di molte altre volte...
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