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Tra arte e fotografia: le mostre del I Festival di Filosofia in Ciociaria

  • Associazione R-Esistenze
  • 19 lug 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Sono trascorsi pochi giorni dalla chiusura del I Festival di Filosofia in Ciociaria, pochi giorni da una tre giorni che ci ha coinvolti in un'opera comune, davvero un mettere in pratica un sogno sognato per mesi e finalmente realizzato. un Sogno Plurale, sognato da tutti noi insieme dell'Associazione. Un sogno che ci ha fatto essere un pò di casa nel bel Castello di Ceccano, che ci ha ospitati come un ospite antico, aperto a chi arrivasse, senza chiudere mai le sue porte....

E oltre che Noi, sognatori di R-Esistenze, il Castello ha ospitato altri sognatori che ci hanno gentilmente accompagnati, e sono stati con noi tutte e tre le giornate: gli otto artisti di "Pesanti come coriandoli", insieme a Roberto Gramiccia, curatore della loro suggestiva e incantevole mostra; e le fotografe di 2.0 fotografi, Luz e Ilaria, con la loro mostra fotografica "Io Sono - Un progetto fotografico".


"Pesanti come coriandoli-Artisti per la fragilità": Ak2deru, Giulia Del Papa, Paolo Di Nozzi, Roberta Maola, Sandro Sanna, Silvia Stucky, Alberto Timossi, Oscar Turco. Le linee pittoriche, la materica arte scultorea degli artisti di "Pesanti come coriandoli" hanno animato di fragilità resistente le sale del castello, e gli angoli che sono diventati, momentaneamente, una scena museale in mezzo a tutti noi che li abbiamo veduti, ammirati, e ci siamo stati insieme come, anch'esse, opere compagne di strada: dalla fragilità si eleva da esse come una forza, una tensione, un profondo esserci che non dilegui, che non sia annientato da alcuna distruzione.


2.0 Fotografi e i loro volti... i volti di Luz Ceccotti e Ilaria Capogrossi: interi mondi umani racchiusi negli occhi di una ragazza, nel sorriso di una donna, nelle rughe di un'anziana signora, nell'espressione provata e raccolta di un giovane... Mondi che ci hanno parlato e ci hanno raccontato di sè, e anche di noi. Volti di donne e uomini assenti, ma quasi più presenti di ciascuno di noi, data la forza espressiva di scatti pieni d'amore per l'umano, specie per l'umano che non vediamo quasi mai, quasi più.

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