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Per gli studenti (che protestano), per la scuola

  • Associazione R-Esistenze
  • 15 ott 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Uno dei motivi per cui non vorrei alcuna Alternanza scuola lavoro è proprio la condizione di classe, e se non si vuole chiamarla "di classe" chiamiamola di diseguaglianza: quale occasione, nel senso alto del termine, può avere un figlio delle odierne povertà per leggere un classico, così come di conoscere come e perché sia povero, e con ciò si aggiunge subalterno, se oltre alle ore già previste di cosiddetta attività laboratoriale, tutoring, learning by doing, peer to peer, attività su piattaforme, attività pratiche di vario genere, e di orientamento in ingresso e in uscita, per open day, giornate della sicurezza, dell'educazione stradale, alimentare, alla legalità, della momoria, etc etc (sono tante, non è vero?)..... ci mette tutte le ore di Alternanza?


Se la scuola deve e può essere emancipante, non può piegarsi alle condizioni attuali del mondo del lavoro, immaginandole eterne e le sole possibili, al contrario deve educare e istruire cittadini consapevoli e attivi; pronti, non a chinarsi passivi e perpetuare i modi produttivi attuali, il mondo sfruttatore attuale, ma pronti a trasformare la cosiddetta realtà. Pronti a volerla e realizzarla come e meglio possano pensare consona a loro. Perché consegnare una realtà come fosse impossibile modificarla? Perché pensarci noi oggi depositari di una realtà produttiva e consumistica, la migliore di tutti i mondi possibili, o la sola possibile? Abbiamo dimenticato di essere "nani sulle spalle di giganti"? Abbiamo dimenticato che siamo prodotto della storia che si è svolta ben prima di noi? Abbiamo dimenticato che prima del Mercato ci sono stati modi di produzione differenti e società differenti?Perché consegnare il dato di fatto attuale, (per chi lo consideri un dato di fatto) alla generazione dei più giovani come se essi non avessero il diritto al libero pensiero e al libero agire? come se debbano solo essere pronti ad accettarlo come ineluttabile, anziché essere protagonisti attivi delle loro vite future, e perciò pronti a non restare né avvinti né subalterni al mondo che consegnamo loro noi oggi?


Al contrario dovremmo educare e istruire affinché i giovani siano pronti a immaginare nuovi mondi possibili e ad agire per realizzarli. La condizione materiale diventa immodificabile se presentata come data e naturale. È fondamentale dare strumenti di lettura critica della realtà se si vuole davvero cittadini liberi. Conoscenza. Cultura innanzitutto.


Così come è fondamentale conoscere gli strumenti e i processi per poterli padroneggiare.


Ma per questi obiettivi serve studiare. E poi, dopo, lavorare.


Gli studenti che rivendicano studio e condizioni di garanzia e di sicurezza; gli studenti che oggi dicono no ad un lavoro precario, sottopagato, privo di dignità, solo mercificato, sono studenti che aprono gli occhi sul mondo da uomini e donne libere, e come scrisse Kant: sapere aude! l'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dalla stato di minorita' imputabile solo a se stesso. Niente affatto choosy, né bamboccioni, né schizzinosi, né radical chic.

 
 
 

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